Racconti di M. Roland:
I funghi
Come se avessero atteso il segnale di entrare in scena, ecco spuntare da ogni parte i meravigliosi funghi;
ecco il popolo misterioso, magnifico dei funghi, rosa, rossi, azzurri, viola-malva, verdi, gialli, violetti, grigio-scuro, grigio-chiaro, bianco- puro, bianco-crema.
I funghi splendidi e attraenti, preziosi come calici, mortiferi come coppe avvelenate:
il porcino dal cappello color tonaca di cappuccino e dal grosso piede d'avorio;
il gallinaccio dal collaretto arancione; increspato: l'ovolaccio col suo ombrello da fiera, vermiglio con lagrime bianche: il prataiolo maggiore col suo parasole chiaro da vecchia marchesa.
Funghi, che, da una specie all'altra, attraverso morbide sfumature e una infinita gradazione di tinte, spiegano tutta la gamma del prisma.
E, con questa profusione di colori, una profusione. di forme strane; atteggiamenti contorti, odori soavi e ripugnanti.
Spariti i funghi, la festa del colore è finita.
L'autunno non è più che un malinconico spargitore di cenere
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