domenica 30 marzo 2014

Come realizzare una collana di carta

LILAC    PAPER    BEDS

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Le passioni son coinvolgenti e travolgenti.

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Come “creative pure” (concedetemi questo termine) ci lasciamo trasportare in modo totalizzante da una tecnica nuova o da un materiale particolare, che sia stoffa, legno, carta, color e pennelli e da lì partiamo e creiamo oggetti che parlano di noi e delle nostre emozioni.

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Poi cresciamo, ci evolviamo, pronte per nuove scoperte e nuove tecniche.

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Non è certo perché ci stanchiamo facilmente di quello che realizziamo,
bensì per la grande voglia di sperimentare

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e cogliere la voce interiore che di volta in volta ci accende la passione.

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Vi ho raccontato questo perchè sono entrata nel periodo del “JEVELRY PAPER”

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Vedo collane da realizzare dappertutto, in un sacchetto della merceria, in  un libro di favole, in  una guida turistica, in una preziosa collezione di francobolli….

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Ho già realizzato diverse collane che posterò in seguito e quest’ultima desideravo condividerne la tecnica con voi.

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Vi piace una carta, che sia un foglio nuovo o uno riciclato?

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Bene, perché non realizzare una collana semplice e di grande effetto?

Occorrente: carta e cartoncino, punch rotondo di 1,5 cm e 2,5 cm, cartone per cartonnage, i fiorellini di carta li ho acquistati sul web

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Il primo passo indispensabile è incollare la carta ad un foglio di cartoncino per irrobustirla e solo quando è completamente asciutta si può ritagliare.

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Per le sfere occorrono 8 tondini, attaccati l’uno all’altro dal lato non decorato.

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I dischetti vanno incollati avendo cura di inserire al centro un fil di ferro, così da lasciare la sede per il filo.

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Per il pendente serve ritagliare due sagome ovali di cartoncino robusto, quello che si usa per i lavori di cartonnage, incollarle insieme, se necessario smussarle e ridefinirle con carta vetrata o la lima delle unghie e rivestirle con la carta decorata.

Alla prossima e per qualsiasi dubbio scrivetemi

venerdì 21 marzo 2014

Violette

VIOLETTE

Lievi, umide, melodiose

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oscura luce viola che s'insinua
come perla vegetale in verdi valve,

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sono un grido di marzo,

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un sortilegio di ali nascenti nell'aria tiepida.

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Fragili, fedeli, sorridono quietamente
con silenzioso invito, some sorriso

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che affiora da fresco labbro umano.

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Ma la forma graziosa non inganna,
non promettono per poi tradire.

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Nel marciar vittoriose verso la morte
trattengono un attimo, pur così fragili,

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il tempo tra i loro petali: il loro istante,
esempio di effimera bellezza,

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divien viva malia nella memoria.

Luis Cernuda

Buona primavera a tutti

lunedì 10 marzo 2014

L’amica di nonna Speranza

L'amica di nonna Speranza

Vi è capitato vi ritrovarvi in mano una vecchia foto della nonna, giovane e bella come non l’avevate mai vista?

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Una foto ingiallita, un po’ rovinata,

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ma che suscita una grande tenerezza e una languida malinconia, di un tempo che non abbiamo conosciuto,

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ma che ci appartiene perché quello scatto ingiallito racconta delle nostre radici.

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A voi che avete provato queste forti ed intime emozioni,

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a voi dedico questa meravigliosa poesia di Giudo Gozzano.

 

L'AMICA DI NONNA SPERANZA

I fratellini alla sala quest'oggi non possono accedere

che cauti (hanno tolto le federe ai mobili: è giorno di gala).

Ma quelli v'irrompono in frotta. È giunta è giunta in vacanza

la grande sorella Speranza con la compagna Carlotta.

Ha diciassette anni la Nonna! Carlotta quasi lo stesso:

da poco hanno avuto il permesso d'aggiungere un cerchio alla gonna;

il cerchio ampissimo increspa la gonna a rose turchine:

piú snella da la crinoline emerge la vita di vespa.

Entrambe hanno un scialle ad arancie, a fiori, a uccelli, a ghirlande:

divisi i capelli in due bande scendenti a mezzo le guancie.

Son giunte da Mantova senza stanchezza al Lago Maggiore

sebbene quattordici ore viaggiassero in diligenza.

Han  fatto l'esame piú egregio di tutta la classe. Che affanno

passato terribile! Hanno lasciato per sempre il collegio.

O Belgirate tranquilla! La sala dà sul giardino:

fra i tronchi diritti scintilla lo specchio del Lago turchino.

Carlotta canta, Speranza suona. Dolce e fiorita

si schiude alla breve romanza di mille promesse la vita.

O musica, lieve sussurro! E già nell'animo ascoso

d'ognuna sorride lo sposo promesso: il Principe Azzurro,

lo sposo dei sogni sognati... O margherite in collegio

sfogliate per sortilegio sui teneri versi del Prati!

S'inchinano sui balaustri le amiche e guardano il Lago,

sognando l'amore presago nei loro bei sogni trilustri.

Non vuole morire, non langue il giorno. S'accende piú ancora

di porpora: come un'aurora stigmatizzata di sangue;

si spenge infine, ma lento. I monti s'abbrunano in coro:

il Sole si sveste dell'oro, la Luna si veste d'argento.

Romantica Luna fra un nimbo leggero, che baci le chiome

dei pioppi arcata siccome un sopracciglio di bimbo,

«... Mah!... Sogni di là da venire. − Il Lago s'è fatto piú denso

di stelle − ... che pensi?... − Non penso... − Ti piacerebbe morire?

«Sí − Pare che il cielo riveli piú stelle nell'acqua e piú lustri.

Inchinati sui balaustri: sognano cosí fra due cieli...

Ti fisso nell'albo con tanta tristezza, ov'è di tuo pugno

la data: vent'otto di Giugno del mille ottocento cinquanta.

Quel giorno − malinconia! − vestivi un abito rosa

per farti − novissima cosa! − ritrarre in fotografia...

Ma te non rivedo nel fiore, o amica di Nonna! Ove sei

o sola che − forse − potrei amare, amare d'amore?

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E questa è per la mia amica Monica

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A presto Rosi